Pietro Parodi, Communications Specialist, Lenovo
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Mantenere una certa continuità nella vita quotidiana è più che mai importante nei momenti di crisi. Mentre osserviamo il lockdown e ci adeguiamo a interagire attraverso mezzi digitali, cerchiamo nuovi modi per creare un senso di comunità. Per molti bambini e bambine, la continuità viene dalla scuola.

Quando le autorità hanno disposto la chiusura delle scuole italiane a causa della pandemia di coronavirus, è stato chiaro fin da subito che alcuni studenti avrebbero avuto difficoltà ad accedere alle risorse necessarie per rimanere al passo con le lezioni e i compiti – oltre che per continuare a intrattenere relazioni sociali con i compagni. Le autorità locali si sono mobilitate rapidamente e, tra gli altri, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, ha diffuso via social un appello per la donazione di dispositivi digitali a sostegno degli studenti più bisognosi. Sala ha chiesto alle aziende e ad altre organizzazioni di “donare materiali e strumenti di e-learning alle scuole, in modo che i ragazzi che non hanno accesso ai dispositivi possano seguire le lezioni assieme ai loro compagni”.

L’Assessore all’Educazione del Comune di Milano Laura Galimberti ha aggiunto: “Le scuole sono state le prime istituzioni a chiudere, e l’interruzione delle attività educative nei luoghi dove normalmente vengono svolte ci ha portato a ripensare il rapporto educativo tra scuola e famiglie che è alla base dei processi di apprendimento. Una scuola non è solo un edificio ma è, soprattutto, una comunità creata da insegnanti e studenti in collaborazione con le famiglie. Abbiano scoperto che l’insegnamento può avvenire in nuovi modi e forme, ma ognuno deve poter rimanere al passo”.

Lenovo ha prontamente risposto all’appello attraverso la Lenovo Foundation, donando 190 PC, non solo alle scuole di Milano, ma anche alle scuole di Vo’ (PD), il comune in Veneto dove è stato rilevato uno dei primi due focolai di Covid-19. In partnership con Microsoft, che ha fornito il software necessario e la piattaforma di apprendimento, i laptop sono stati messi a disposizione di 19 scuole e consegnati agli studenti più bisognosi.

Student in Vo Euganeo practicing distance learning

Abbiamo parlato con Alfonso D’Ambrosio, dirigente scolastico di Vo’, che è stato il primo a implementare l’apprendimento in Italia. “Dirigo nove plessi scolastici, tre scuole dell’infanzia, tre primarie e tre secondarie; al momento stiamo lavorando con le primarie e le secondarie per assicurare che i ragazzi possano seguire le lezioni e rimanere in pari con i compiti. Abbiamo identificato 72 famiglie, circa l’11{93486410d65ab4c22f1925dba97444a1d889a389c7d5a800942ed0eabf5969fa} della nostra popolazione scolastica, con problemi ad accedere alla didattica da remoto perché non possiedono un PC e non sono stati in grado di acquistarne uno”.

“Abbiamo raggiunto l’obiettivo di quella che abbiamo definito ‘Esclusione Zero’ per assicurarci che nessuno studente rimanga indietro, quindi la nostra prima sfida è stata identificare e contattare le famiglie bisognose. Collaborando con il corpo docente abbiamo messo in atto un processo in tre fasi; prima contattando le famiglie online e identificando quelle che non rispondevano. Questo veniva identificato come un primo segnale che le famiglie non fossero online, quindi le abbiamo contattate direttamente per valutare le situazioni e fornire dispositivi a chi ne aveva maggiormente bisogno. Devo ringraziare Lenovo e Microsoft per averci contattato e per averci messo in condizione di non perdere neanche un giorno di scuola”.

Patrizia Forcato, Direttore Amministrativo ai servizi generali dell’Istituto Comprensivo di Lozzo Atestino, aggiunge: “Per me, il laptop che ha messo a disposizione la scuola grazie alla donazione di Lenovo è uno strumento importantissimo, perché scuola non è solo didattica ma anche supporto amministrativo, circolari, normative, rapporti con genitori e alunni. Soprattutto pensando alla gran quantità di circolari e normative che l’amministrazione sta diffondendo, che vanno lette e messe in pratica rispettando le scadenze e coordinandosi tra dirigenti e professori, il PC che avevo a disposizione prima della chiusura non poteva essere usato da casa. Ora ho a disposizione uno strumento leggero e potente, che mi permette di lavorare con efficienza”.

D’Ambrosio prosegue: “Questa iniziativa è un esempio di vera sinergia fra la scuola, le famiglie, i servizi sociali, le istituzioni locali e il mondo aziendale, in cui ognuno ha risposto con grande impegno e senso del dovere. Una delle mie insegnanti mi ha detto che questa situazione l’ha ispirata a rivedere il suo ruolo di educatrice e, ora più che mai, considera suo dovere fare in modo che tutti i suoi studenti possano camminare insieme sullo stesso percorso educativo”.

Student in Italy with her donated Lenovo PC

Elena, mamma di un ragazzo che frequenta la terza media in uno dei plessi scolastici del comprensorio di Lozzo Atestino, nei pressi di Vo’ ha commentato: “Ho due figli e a casa avevamo solo un PC, piuttosto vecchio, con cui non riuscivamo a seguire le lezioni. Da quando la scuola ci ha messo a disposizione questo nuovo PC portatile riusciamo a seguire le lezioni in modo fluido. Mio figlio è DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), quindi per noi era piuttosto faticoso dover chiedere ai professori ulteriori spiegazioni solo perché il computer non ci aiutava. Ora le cose sono migliorate, si sente bene e il collegamento va bene; mio figlio è molto contento e riesce a seguire bene le lezioni e a svolgere i suoi compiti”.

“Guardando al futuro, quando il lockdown sarà finito trarremo tutti vantaggio dalle lezioni che abbiamo imparato in quello che, a tutti gli effetti, è stato un esperimento condotto sul campo”, conclude Alfonso D’Ambrosio. “Abbiamo scoperto il valore di camminare al fianco dei nostri studenti, invece di svolgere lezioni frontali o di guidarli lungo un percorso deciso solo da noi, e sono sicuro che saremo tutti arricchiti dall’aver scoperto un nuovo senso di comunità”.

Oltre alle istituzioni, anche molti soggetti privati si sono impegnati su base volontaria per contribuire a rendere meno difficile la situazione di ragazzi e ragazze che studiano da casa. Tra questi, il giornalista e tech influencer Riccardo Palombo che, attraverso il suo canale YouTube, ha lanciato un appello a chiunque avesse dei PC che non utilizzava più da donare. Riccardo si è preso la responsabilità di raccogliere i PC e di ricondizionarli, per poi consegnarli a chi ne ha bisogno. Lenovo non ha voluto mancare all’appello donando 17 PC detachable Miix 320, fino a poco tempo fa utilizzati per le classi di coding con le scuole primarie e secondarie di primo grado.

“Grazie al supporto di Lenovo Italia ho potuto inviare a scuole ed istituti più di centocinquanta computer portatili”, ha dichiarato Riccardo. “Diciassette famiglie in difficoltà hanno già ricevuto i loro Lenovo Miix 320, ricondizionati e messi a punto per la didattica a distanza. Lenovo è stata la prima azienda a rispondere alla mia richiesta di aiuto ed ha dimostrato sensibilità e attenzione in un momento particolare per il nostro paese”.

In un momento in cui siamo tutti chiamati a cambiare in modo significativo le nostre abitudini, è fondamentale per i bambini e i ragazzi mantenere i loro punti di riferimento e, al di là della famiglia, la scuola è certamente il più importante. La continuità didattica e, più che mai, il contatto sociale consentono agli studenti di proseguire nella loro crescita intellettuale ed emotiva, e la tecnologia gioca certamente un ruolo nel facilitare il processo. Grazie alla nostra presenza globale, in Lenovo ci consideriamo privilegiati per il fatto di poter restituire alle comunità in cui viviamo e lavoriamo.

[ssba]

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